Il trattamento della Rizoartrosi si arricchisce di nuove soluzioni negli stadi radiologici iniziali, per la richiesta sempre più alta, da parte dei pazienti, di trattamenti mini-invasivi, in considerazione del fatto che ogni intervento chirurgico altera per sempre l’anatomia dell’articolazione deputata all’attività della prensione.

*Negli stadi iniziali una nuova serie di tutori dedicati ( “FAST“  ) con anima in materiale automodellabile sull’anatomia del pollice del paziente consente il “riposo articolare” senza limitare il movimento del polso,  sono condizione necessaria a ridurre lo stato infiammatorio delle articolazioni della base del pollice coinvolte e a rendere più efficace l’azione  sia dei farmaci antiinfiammatori ( assunti per via orale o applicati localmente ) sia dei farmaci che vengono infiltrati all’interno dell’articolazione.  Le infiltrazioni di acido ialuronico di ultima generazione, ad alto peso molecolare si sono affiancate o hanno sostituito le infiltrazioni di cortisone.

*In uno stadio successivo trova oggi sempre più spazio, grazie ai risultati ottenuti nell’artrosi di ginocchio, il trapianto del grasso autologo prelevato dall’addome o dalla regione trocanterica, in anestesia locale, e centrifugato nella stessa seduta con centrifughe di ultima generazione in grado di ottenere in tempi brevissimi una concentrazione e composizione ottimale di cellule rigenerative ( staminali ),  e di altri fattori contenuti nella frazione vascolo stromale ( SVF) del tessuto adiposo come fattori di crescita, interlochine e altri agenti biologici antiinfiammatori che hanno un potente effetto anti-infiammatorio,  più potente di quello che possiamo ottenere in campo farmacologico: e per noi chirurghi della mano l’obiettivo principale è proprio quello di spegnere il circuito vizioso dell’infiammazione articolare alla base del dolore e della degenerazione articolare. La riduzione dell’infiammazione della membrana sinoviale che riveste le pareti di ogni articolazione proteggerà la cartilagine articolare.

Ma oltre alla “staminalità” e a questo effetto antiinfiammatorio questo innesto di tessuto adiposo autologo, infiltrato all’interno dell’articolazione, può produrre comunque e soprattutto un importante effetto di “riempimento “ biologico dello spazio articolare, con la finalità meccanica di mantenere separati i capi articolari sede del processo artrosico.

Il tessuto adiposo rappresenta oggi la fonte principale della chirurgia rigenerativa che si basa sulle 3 proprietà:  Ricostruzione, Ristrutturazione, Rigenerazione,

La durata dell’effetto di tale procedura può ovviamente variare da paziente a paziente ma dai dati forniti dalla letteratura sembra rallentare l’evoluzione del processo artrosico e ritardare il ricorso alla chirurgia.

*Ma anche in uno stadio più avanzato, quando ormai l’artrosi ha interessato e deformato sia la base del metacarpale che il trapezio e il dolore e l’invalidità funzionale sono costanti sia di giorno nello svolgimento delle normali attività quotidiane che di notte, le nuove protesi articolari a doppia motilità, e impiantabili con accessi chirurgici mini-invasivi, sono in grado di adattarsi perfettamente alla variabile anatomia della regione anatomica da sostituire e di ridurre gli stress sull’osso, garantendo una lunga durata dell’impianto e il recupero della forza espressa con la prensione e la pinza tra pollice e altre dita.

* Rimane comunque sempre attuale, con varianti tecniche che dipendono, l’intervento classico della rimozione dell’intero trapezio quando l’artrosi è diffusa a tutte le sue superfici articolari. Lo spazio residuo verrà in tal caso colmato o con un proprio tendine,  che avrà anche la funzione di stabilizzare la base del pollice e di limitare la perdita della forza durante la pinza o la prensione, o con altri spaziatori di materiali costituiti da materiali altamente compatibili.

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