SOLUZIONE 1 Trattamento incruento

A 15/16 anni si hanno in generale esigenze funzionali limitate: si è solitamente studenti e per una frattura completa ma composta può essere indicato un trattamento incruento che prevede 5 settimane di immobilizzazione in gesso, e in base al controllo Rx, eventualmente prolungata per altre 3-4. In alternativa al trattamento tradizionale con apparecchio gessato può essere prescritto un tutore ortopedico con pollice incluso, di facile reperibilità in commercio. Questo dà la possibilità di applicare più precocemente un’apparecchio per la stimolazione osteogenetica di ultima generazione, ovvero un apparecchio ad accoppiamento capacitivo ( “osteobit”) con il quale si possa applicare uno stimolo biofisico che acceleri la consolidazione ossea. O per lo meno il tutore ortopedico eventualmente abbinato allo stimolo biofisico, sicuramente più confortevole per il paziente, può essere prescritto nell’eventuale secondo periodo di immobilizzazione.

L’esame Rx standard per Scafoide con proiezione obliqua è sufficiente per valutare la “composizione” della frattura. L’ultima generazione della Tac ” cone beam”, alta risoluzione e bassa esposizione radiologica, consente di studiare con più accuratezza la frattura nel piano sagittale, nei casi in cui la composizione è dubbia! E di studiare, se necessario nei casi dubbi all’esame radiografico standard, anche l’evoluzione del processo di consolidazione.

Anche nell’età più adulta, in una fascia che va dai 18 ai 25 o oltre, se le esigenze funzionali sono limitate ( studenti o lavoratori di concetto), in caso di frattura composta si può considerare appropriato indicare come trattamento un periodo di immobilizzazione, fino a 2 mesi, soprattutto se si considera un tutore anzichè il classico apparecchio gessato.

SOLUZIONE 2Trattamento cruento

SOLUZIONE 3 La sintesi percutanea

SOLUZIONE 4 La sintesi a cielo aperto

Il “consenso informato” in caso di trattamento chirurgico.

In conclusione i termini “adulto-attivo” o “giovane-attivo” sono da assimilare. Hanno le stesse esigenze funzionali.

Ad entrambi si può indicare anche un trattamento incruento in una frattura composta, ma indagata con una Tac per confermare la reale composizione anche nel piano sagittale.

Ma il paziente deve essere informato della possibilità chirurgica, percutanea o a cielo aperto, che accelera i tempi di recupero, ma con tutti i rischi connessi ad un intervento chirurgico in generale ( ritardo di consolidazione, mancata consolidazione, infezione ), rendendolo partecipe e responsabile della scelta. Oppure, in caso il paziente opti per un trattamento incruento, lo si deve informare che si potrà o si dovrà ricorrere all’intervento nel caso il processo di consolidazione ( eventualmente studiato anche con la Tac !) sia troppo lento, o si presenti “ in ritardo” al 1° o 2° controllo radiografico.