SOLUZIONE 4 La sintesi a cielo aperto
Se la frattura di scafoide carpale è scomposta anche di 1 solo millimetro all’esame Radiografico tradizionale ( la tac è però sempre indispensabile come indagine aggiuntiva in caso di trattamento chirurgico !) il trattamento chirurgico di sintesi con vite ( la stessa che viene applicata nella sintesi percutanea ) richiede manovre riduttive che sono più facili da eseguire su uno scafoide esposto da un accesso chirurgico tradizionale, anche se oggi eseguito con il concetto della “miniinvasività”, ovvero con il risparmio delle strutture legamentose. Questo tipo di accesso chirurgico, che potrà essere praticato dal lato palmare del polso o dorsale, a seconda delle dimensioni del frammento prossimale, oltre che salvaguardare l’apporto di circolo e quindi ottimizzare il processo di consolidazione, consente un percorso riabilitativo sicuramente più precoce.
Il trattamento chirurgico sarà invece sempre a “cielo aperto” nelle fratture di scafoide più complesse, spesso associate a lesioni legamentose tali da consentire anche la perdita dei rapporti articolari del polso nel suo insieme, ovvero la “lussazione del polso”. Anche in questo caso la via d’accesso, se volare o dorsale, dipenderà dal “tipo” della frattura-lussazione.
Anche in caso di trattamento cruento si tende a considerare sempre più spesso l’utilizzo dei sistemi capacitivi da abbinare a tutori di polso con 1° raggio incluso, che rendono più confortevole una immobilizzazione postoperatoria prolungata.
SOLUZIONE 1 Trattamento incruento
SOLUZIONE 2Trattamento cruento
SOLUZIONE 3 La sintesi percutanea
Il “consenso informato” in caso di trattamento chirurgico.
In conclusione i termini “adulto-attivo” o “giovane-attivo” sono da assimilare. Hanno le stesse esigenze funzionali.
Ad entrambi si può indicare anche un trattamento incruento in una frattura composta, ma indagata con una Tac per confermare la reale composizione anche nel piano sagittale.
Ma il paziente deve essere informato della possibilità chirurgica, percutanea o a cielo aperto, che accelera i tempi di recupero, ma con tutti i rischi connessi ad un intervento chirurgico in generale ( ritardo di consolidazione, mancata consolidazione, infezione ), rendendolo partecipe e responsabile della scelta. Oppure, in caso il paziente opti per un trattamento incruento, lo si deve informare che si potrà o si dovrà ricorrere all’intervento nel caso il processo di consolidazione ( eventualmente studiato anche con la Tac !) sia troppo lento, o si presenti “ in ritardo” al 1° o 2° controllo radiografico.