L’Artrite reumatoide
I dati oggi disponibili dimostrano che in Italia vi sono da 3 a 7 persone su mille con AR. Può presentarsi ad ogni età, ma più frequentemente fra i 35 e i 50 anni, privilegiando le donne con un rapporto di 4:1.
L’origine della malattia è sconosciuta.
E’ considerata una malattia autoimmune sistemica poichè alcune cellule del sistema immunitario possono modificarsi e attaccare il proprio organismo.
Tutti gli organi del corpo umano possono essere attaccati, ma più frequentemente un tessuto, chiamato membrana sinoviale.
La membrana sinoviale aumenta di volume e aggredisce le strutture che normalmente ricopre, come tendini, legamenti, ossa e cartilagine.
Segni clinici e sintomi.
Nelle fasi precoci della malattia i sintomi più frequenti sono rappresentati dai problemi articolari. Tuttavia spesso prima del lento esordio del dolore e del rigonfiamento delle articolazioni, il paziente può avvertire una sensazione di stanchezza.
Un altro sintomo spesso riferito è una sensazione di rigidità articolare che si avverte al risveglio.
Con il progredire della malattia può comparie il rigonfiamento delle articolazioni della mano, dei polsi, gomiti, spalle, anche, ginocchia e delle articolazioni dei piedi, spesso in modo simmetrico in entrambi i lati.
L’artrite reumatoide può, con il passare degli anni, provocare gravi deformità articolari.
La mano reumatoide
In generale il primo e più comune sintomo riferito dai pazienti è il rigonfiamento a livello delle articolazioni intermedie delle dita che assumono un caratteristico aspetto “fusato”. Il rigonfiamento può compare anche a livello del polso. La membrana sinoviale tumefatta può così distruggere i legamenti, che hanno il compito di mantenere stabili le piccole ossa che compongono le articolazioni delle dita e del polso, e danneggiare anche la cartilagine e l’osso sottostante. Questo determina la comparsa di caratteristiche deformità come la “deviazione ulnare” delle dita (Fig. 1).
Anche la membrana sinoviale tumefatta che ricopre i tendini può determinarne la progressiva usura e l’improvvisa rottura così che il paziente non è più in grado di flettere o di estendere una o più dita. A volte la membrana sinoviale che circonda i tendini flessori a livello del polso, aumentando di volume, comprime il nervo mediano all’interno del canale anatomico di scorrimento dei tendini, provocando una sofferenza di tale nervo che si manifesta con formicolio e dolori al pollice, indice e medio e parte dell’anulare. Tale sintomatologia, che solitamente è più accentuata di notte, è comunemente nota come Sindrome del Tunnel Carpale.
Trattamento.
Per sottolineare l’importanza e le modalità per raggiungere una Diagnosi Precoce al fine di impostare un intervento terapeutico tempestivo e aggressivo nelle fasi iniziali della malattia si rimanda al sito www. artriti.it. In effetti nel corso degli ultimi anni è profondamente mutato l’approccio terapeutico e nuovi farmaci sono oggi disponibili rendendo possibile modificare, in molti casi, l’evoluzione invalidante della malattia.
Lo scopo della terapia medica è proprio quello di dominare precocemente l’infiammazione prima che si siano instaurati danni articolari permanenti. Numerosi sono gli specialisti (Medicina Generale, Reumatologo, Fisiatra, Ortopedico, Chirurgo della Mano) che si alternano nel trattamento della AR, malattia che può avere un decorso variabile e difficilmente prevedibile per ogni soggetto.
Nel caso l’organo più colpito sia la mano lo Specialista in Chirurgia della Mano può fornire consigli sulle possibilità di prevenire le deformità nelle articolazioni delle dita con particolari esercizi e con l’eventuale utilizzo di tutori facilmente reperibili in commercio.
Il trattamento chirurgico, se intrapreso nelle fasi iniziali della malattia, consiste nella semplice rimozione della membrana sinoviale infiammata che riveste le articolazioni e circonda i tendini e questo può ridurre il dolore e prevenire un ulteriore danneggiamento delle articolazioni e dei tendini.
Se i tendini sono già stati danneggiati oltre alla rimozione del tessuto sinoviale si procede alla loro riparazione.
Così pure se le piccole articolazioni della mano sono state distrutte dal tessuto reumatoide è possibile la loro sostituzione con articolazioni artificiali o la loro “fusione” in posizione funzionale così che la prensione degli oggetti possa ripristinarsi in modo più corretto e senza dolore (Fig. 2).
Quando invece il paziente giunge all’osservazione dopo che la malattia ha distrutto l’articolazione del polso, gli interventi diventano più complessi richiedendo a volte, con lo scopo di eliminare il dolore legato all’incongruenza articolare, l’eliminazione parziale o totale del movimento di flesso-estensione. Ciò si ottiene con un intervento denominato “artrodesi” o fusione articolare, utilizzando delle speciali e moderne placche (Fig.3), molto sottili così che possano essere applicate al di sotto dei tendini estensori non compromettendone il loro già precario scorrimento e consentendo una ripresa funzionale molto piùà rapida rispetto a quella che si otteneva un tempo quando, per la fusione articolare, si utilizzavano semplici fili metallici.
I pazienti reumatoidi rimangono spesso sorpresi dall’indicazione di “fusione articolare” del polso, considerandola una soluzione chirugica troppo drastica.
E’ molto importante, dopo aver instaurato un attento colloquio con il paziente in modo da rassicurarlo sulla ripresa funzionale della mano, prescrivere l’utilizzazione per almeno un mese di un tutore di polso, facilmente reperibile in commercio, che possa simulare l’effetto di “artrodesi” di polso nelle normali attività quotidiane, cosi che il paziente possa affronatre più serenamente l’intervento chirurgico.
Si ritiene inoltre altrettanto importante consentire al paziente di entrare in contatto con altri pazienti che hanno già concluso l’identico percorso chirurgico proposto perchè possano confrontarsi con loro su quale era il livello di limitazione nelle normali attività quotidiane, su particolari esigenze lavorative o sportive, su quali erano le aspettative e quali sono stati i reali risultati raggiunti (outcome) con l’intervento proposto.
L’importanza che sempre di più sta assumendo Internet per quanto riguarda l’informazione dei pazienti ha raggiunto per l’Artrite Reumatoide a Brescia alti livelli consentendo ai pazienti reumatoidi di contattare direttamente l’Associazione Bresciana Artrite Reumatoide (A.B.A.R.) tramite il sito www.bresciareumatologia.it, e di avere informazioni sul trattamento medico più aggiornato tramite il sito www.artriti.it.
I pazienti potranno inoltre, tramite il sito www.chirurgiadellamanobrescia.it o chirurgiadelpolsobrescia.it, avere informazioni sulle varie tecniche chirurgiche e venire a contatto con l’esperienza di altri pazienti che sono già stati sottoposti ad interventi chirurgici ricostruttivi come la sinoviectomia articolare a cielo aperto o artroscopica, la sinoviectomia tendinea, la riparazione delle rotture tendinee, l’artrodesi delle articolazioni digitali, la sostituzione protesica con le protesi di ultima generazione, l’artrodesi parziale o totale del polso con placche di ultima generazione (Fig. 3).