Cos’è la frattura del polso?
E’ una frattura molto comune, che colpisce ogni fascia di età. Interessa, in modo variabile, l’estremità distale delle 2 ossa dell’avambraccio, il radio e l’ulna. Le fratture di polso possono essere composte, extraarticolari o intraarticolari a seconda che la rima di frattura interessi la superficie articolare o meno. Le fratture intraarticolari, scuramente più complesse da trattare si possono ulteriormente suddidividere in base al numero dei frammenti, a 2, a 3, a 4 frammenti oppure pluriframmentarie. Spesso un frammento articolare risulta infossato centralmente nell’articolazione.
SOLUZIONE 1Trattamento incruento
SOLUZIONE 2Fili di Kierschner.
SOLUZIONE 3Fissatore esterno
SOLUZIONE 4Placche di ultima generazione
Il “consenso informato”.
Oggi il trattamento di una frattura di polso prevede di considerare prima di tutto il paramentro della “stabilità” della frattura che appare ben evidenziabile dal 1° esame radiografico. Solo successivamentei si considerano altri parametri come l’età del paziente e le esigenze funzionali, pur sfatando la tendenza di un tempo che escludeva i pazienti anziani dall’indicazione chirurgica .
Oggi, se dall’esame radiografico risultano evidenti i criteri di instabilità di una frattura, si deve informare il paziente che il trattamento tradizionale con apparecchio gessato a distanza di1-2 settimane può rivelarsi inefficace e richiedere di intervenire chirurgicamente con tempi biologici non ottimali, oltretutto dopo che il polso ha subito un ulteriore traumatismo come quello delle manovre riduttive.
Oggi non è più giustificato non proporre da subito, sia nelle fratture extraarticolari “instabili” che nelle fratture articolari “scomposte”, un trattamento chirurgico con le placche di ultima generazione, sia nei pazienti giovani ed attivi che nei pazienti più anziani, ma in buone condizioni generali. Sarà il paziente a scegliere, appropriatamente informato dei rischi di scomposizione in itinere con il trattamento incruento e dei rischi classici legati ad ogni intervento chirurgico, il trattamento a lui più congeniale.