Il polso è rappresentato dall’estremità distale del radio e dell’ulna.

Le fratture di polso si suddividono in composte o scomposte, extra articolari o intraarticolari a seconda che la rima di frattura interessi la superficie articolare o meno.

Le fratture intraarticolari a loro volta si possono ulteriormente suddividere in base al numero dei frammenti, a 2 frammenti, a 3 frammenti, a 4 frammenti o pluriframmentarie.

Spesso un frammento articolare risulta infossaton centralmente all’articolazione.

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Il trattamento è ancora oggetto di controversie e questo perchè spesso il risultato radiografico a distanza non è correlabile con l’entità dei disturbi lamentati dal paziente: spesso, nonostante un risultato radiografico soddisfacente o buono il paziente lamenta dolore al polso, mentre a volte nonostante un cattivo risultato radiografico il polso è asintomatico.

La tendenza moderna è quella di un approccio terapeutico più aggressivo (osteosintesi con placche) al fine di un ritorno all’attività lavorativa o sprtiva più rapido rispetto a quelli che si ottengono con altre metodiche, altrettanto valide come il fissatore esterno e la sintesi percutanea con fili di Kierschner.

I mezzi di sintesi elencati possono essere utilizzati anche in varia combinazione tra di loro.

Fissatore esterno e fili di Kierschner. Nella 1a Divisione di Ortopedia e Traumatologia vengono utilizzati da circa 4 anni dei sistemi di trazione, ideati dal Dr. Borelli, che facilitano le manovre di riduzione sul tavolo operatorio e la stabilizzazione della frattura con i mezzi di sintesi più moderni. I sistemi di trazione consentono anche l’esecuzione della artroscopia di polso al fine di eseguire un bilancio articolare delle eventuali lesioni associate alla frattura, aspetto molto importante anche dal punto di vista medico-legale.

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Il trattamento più conservativo (apparecchio gessato) viene riservato per lo più alle fratture extraarticolari semplici, composte e stabili, soprattutto in pazienti che non richiedono un rapido ritorno ad attività lavorative. In alcuni tipi di fratture apparentemente semplici, chiamate “instabili” può verificarsi nelle prime 2 settimane di trattamento in apparecchio gessato una perdita di riduzione.

Diventa pertanto consigliabile sottoporre i pazienti a ripetuti controlli radiografici per verificare questa evenienza e mettere in atto una sintesi più stabile con le metodiche sopra elencate.

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L’apparecchio gessato viene solitamente rimosso in 35a giornata ed eventualmente sostituito con tutori, facilmente reperibili in commercio, che hanno lo scopo di proteggere il polso per ulteriori 2 settimane e di facilitare successivamente, con appositi elementi supplementari, la rieducazione funzionale del polso.

Il paziente deve comunque essere istruito ad eseguire delle sedute giornaliere di esercizi che hanno lo scopo di prevenire l’edema e di recuperare più rapidamente la destrezza manuale.

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Le complicazioni in generale possono essere rappresentate dalla rigidità delle piccole articolazioni delle dita, dalla mancata consolidazione dello stiloide ulnare, dalla sofferenza transitoria dei nervi che attraversano il polso, dall’artrosi post traumatica in caso di irregolare ricostruzione della superficie articolare, dalla possibile rottura di tendini che possono venire in contatto con il bordo tagliente dei mezzi di sintesi o dei frammento ossei o da instabilità delle piccole ossa del carpo che possono perdere i corretti rapporti articolari se i frammenti del radio guariscono male allineati.

La guarigione delle fratture di polso in posizione non  corretta può dare origine a caratteristiche sindromi dolorose da conflitto sul lato ulnare del polso ed in pazienti giovani e dediti ad attività lavorative pesanti o con gestualità ripetitive può richiedere interventi complessi (osteotomia del radio, ovvero riproduzione della frattura, innesti ossei, accorciamento dell’ulna) con risultati non sempre prevedibili.

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